Manifestazioni e folklore provenienti dal passato, sopravvivono in comunità o in ambienti non ancora permeati dalla nostra nuova cultura: in essi la vita della popolazione, o di parte di essa, è ancora scandita, come nei secoli passati, da usanze e rituali altrove del tutto perduti.

Le tradizioni religiose sono ancora molto sentite, in modo particolare dalle piccole frazioni del comune; esse costituiscono veri e propri eventi ai quali spesso partecipa l’intera collettività e testimoniano la volontà del popolo di conservare inalterato e rinnovato negli anni un patrimonio fatto di tradizioni le cui origini si perdono nei secoli.

Tra le manifestazioni di carattere popolare più sentite oggi dalla popolazione, in particolare da quella delle piccole frazioni di Isola, vi sono le ricorrenze religiose, soprattutto quelle dedicate ai patroni delle varie località.

La festa di Santa Maria di Pagliara si celebra dopo la prima domenica di Pasqua, e costituisce per gli abitanti della frazione di Pretara e dei paesi limitrofi, motivo per trascorrere una piacevole giornata nei pressi dell’antico castello di Pagliara di cui oggi rimangono solo pochi resti.
Altre sentite ricorrenze religiose sono costituite dalla festa di San Massimo, patrono di Isola, ricordato la prima domenica di maggio e, a Pretara dalla Festa di Santa Colomba che si svolge il primo settembre.

L’ultima domenica di agosto migliaia di giovani da tutta Italia, si accampano per cinque giorni al Santuario di San Gabriele per la Tendopoli, dando vita ad un meeting religioso fatto di incontri, conferenze, preghiera, testimonianze. Il raduno si conclude con la Festa dei Giovani che vede ogni anno circa settemila presenze.

IL FOLKLORE

 

Per quanto riguarda il folklore, caratteristica un tempo, in tutta la Valle Siciliana, nella zone di Isola e Pretara in particolare, la diffusione di piccole bande di origine militare, (notissima fu la cosiddetta Banda terribile), composte da fischietti, tamburi, piatti e grancassa. Da ricordare Li Tamurri di Pretara, tutt’oggi in attività.
Un motivo musicale tradizionalmente eseguito da tali bande è la “Diana”, un tempo molto in uso nella valle del Mavone, particolarmente nella villa Colliberti, dove veniva suonata la mattina di domenica ad annunciare il giorno di festa, e “tramandata immutata di generazione in generazione attraverso i secoli” fino ai tempi più recenti. “Batter la diana vuol dire battere il tamburo all’apparir del giorno, quando si vede la stella mattuttina, ovvero stella diana, cioè stella del dì”.

Una tradizione ancora in uso ma oggi molto ridimensionata è “A Marzo A Marzo!”, si celebrava l’ultimo giorno di Febbraio; gli abitanti di San Pietro si disponevano intorno al paese, in modo da poter volgere lo sguardo verso i paesi vicini, cioè Fano a Corno e Cerchiara, Isola, Ceriseto e Pretara. Quando il sole tramontava dietro la parete del Monte Corno, tutta la valle Siciliana veniva avvolta dal buio e si incominciavano a vedere le prime luci dei paesi, accese al lento e nostalgico suono dell’Ave Maria. A questo punto gli abitanti di San Pietro urlavano con quanto fiato avevano nei polmoni: “a Marzo! a Marzo!”; queste grida riecheggiavano nelle valli e gli abitanti degli altri borghi ascoltavano con piacere, in quanto si voleva annunciare a tutti la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera, con lo scioglimento della neve e il ritorno delle rondini.