Incontro pubblico sull‘acqua: gli enti ribadiscono la loro contrarietà all’esperimento SOX prima della messa in sicurezza del sistema Gran Sasso
La Regione sapeva dell’esperimento Sox. La conferma del Ministro Galletti, interrogato da Sottanelli, che garantisce: «Nessun rischio perla salute»
La Regione era a conoscenza dell’esperimento Sox (criticatissimo per l’utilizzo di materiale radioattivo nel cuore del Gran Sasso) fin dal 2016. A renderlo noto non un nome qualunque ma, addirittura, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sollecitato dall’onorevole Giulio Sottanelli sul caso che sta tenendo banco negli ultimi giorni. E, alla fine, anche il vicepresidente Giovanni Lolli ha dovuto ammettere l’evidenza, ieri sera durante l’incontro organizzato a Isola del Gran Sasso dall’amministrazione comunale.
Durante la sua risposta all’interrogazione dell’onorevole teramano, Galletti ha confermato che l’esperimento ha avuto il nulla osta del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico con decreto del 17 febbraio 2016 «sulla base del parere favorevole con prescrizioni rilasciato dall’Ispra e dalle altre amministrazioni coinvolte, inclusa la Regione Abruzzo». Parole chiare sul fatto che la Regione Abruzzo non solo era a conoscenza del progetto ma che aveva dato anche il suo benestare. La conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata anche da Giovanni Lolli durante l’incontro di Isola.
L’INCONTRO. Un tavolo aperto al pubblico a cui hanno partecipato, oltre a Lolli, il sindaco Roberto Di Marco, l’assessore Massimo Di Giancamillo, il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il presidente del Parco Nazionale Tommaso Navarra e il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino. Oltre a tanti sindaci del territorio e ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
Il vice – presidente ha ammesso che in Regione era arrivata la comunicazione riguardante il progetto ma che era rimasta confinato all’area amministrativa senza arrivare a quella politica. Lolli, inoltre, ha ribadito la necessità di un intervento di messa in sicurezza dell’acquifero a livello nazionale e che i tempi devono essere accelerati anche in vista, non solo degli esperimenti, ma anche dei lavori previsti da Strada dei Parchi per le due gallerie. Inoltre, e non è cosa di poco conto, si è detto contrario all’esperimento
Sox se prima, appunto, non verrà garantita la sicurezza totale delle falde. A dargli man forte anche il presidente del Parco Navarra che ha sottolineato come l’acqua, anche se non utilizzata per scopi umani,sia sempre un bene da tutelare a prescindere. Soprattutto all’interno di un Parco Nazionale. Per questo motivo, i due, si sono detti favorevoli alla sospensione dell’esperimento.
Stefano Ragazzi, come avvenuto in altre occasioni, ha ripetuto che il primo obiettivo dei Laboratori è quello di farsi accettare dalla popolazione del territorio in cui lavorano. Ma questo non ha impedito a Lolli di riprenderlo per la carenza di comunicazione che ha caratterizzato proprio il caso dell’esperimento Sox. «Se devo partecipare al tavolo tecnico – ha detto Lolli – non devo venire a perdere tempo e dovete tenerci al corrente di tutto quello che accade, anche se questo comporta un aggravio burocratico a vostro carico».
Renzo Di Sabatino ha rivendicato il ruolo degli enti locali come avvenuto nella battaglia del terzo traforo e ha chiesto maggiore considerazione per la voce delle diverse comunità. Allo stesso tempo ha annunciato la prossima convocazione di un’assemblea dei sindaci sulla questione.
LE RASSICURAZIONI. «Non esiste alcun rischio di dispersione di Cerio-144, e quindi di contaminazione anche minima dell’ambiente circostante, del laboratorio e in particolare delle acque del bacino del Gran Sasso, come evidenziato e dimostrato con studi tecnici completi nella documentazione tecnica allegata alla richiesta di nulla osta per l’esperimento, nessun pericolo nemmeno in caso di terremoti, incendi o allagamenti del sito dell’esperimento. Per quanto di competenza, il mio ministero continuerà a tenersi informato e a mantenere alto il livello di attenzione sulla questione».
E’ quanto ha assicurato ieri pomeriggio in Aula alla Camera durante il question time il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti rispondendo al- l’interrogazione di Giulio Cesare Sottanelli, deputato e presidente di Abruzzo Civico che ha chiesto al governo di riferire sulla vicenda e di spiegare ai cittadini le iniziative e le misure di sicurezza messe in campo per tutelare e proteggere il bacino idrico del Gran Sasso rispetto ai potenziali rischi per l’ambiente e la salute.
L’esperimento denominato “Sox” sarà messo in campo da aprile 2018 nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso e utilizzerà una potente sorgente radioattiva di Cerio 144 proveniente da un combustibile radioattivo di un reattore nucleare russo. «I cittadini abruzzesi hanno il diritto di essere informati in maniera completa ed esaustiva sull’esperimento e sulle precauzioni di sicurezza adottate – ha spiegato Sottanelli replicando al Ministro – sono soddisfatto della risposta, i laboratori del Gran Sasso sono una eccellenza internazionale e la loro attività va sostenuta. Il Ministro ha chiarito nei dettagli tutte le precauzioni che saranno adottate e che finora non erano state comunicate con efficacia alla popolazione, suscitando giustamente preoccupazione. Ho chiesto al governo di mantenere alta l’attenzione e di fare in modo che possa essere risolta in maniera definitiva la messa in sicurezza del nostro patrimonio idrico e la compartimentazione delle tre infrastrutture che convivono nel Gran Sasso, ovvero i laboratori, l’autostrada e i punti di captazione della nostra acqua».
«Il generatore di neutrini è progettato per garantire massima sicurezza anche in caso di eventi incidentali – ha risposto Galletti – il Cerio-144 è sotto forma di polvere solida, è sigillato in modo permanente e sicuro all’interno di una doppia capsula in acciaio saldata. La combinazione della doppia capsula in acciaio e del contenitore sigillato di Tungsteno rende impossibile la dispersione del materiale, anche in quantità minime e anche in caso di eventi incidentali indipendenti – ha proseguito – tale configurazione rimarrà invariata per tutta la durata dell’esperimento, che sarà di circa 18 mesi. Al termine dell’esperimento, la sorgente ritornerà in Francia, presso l’istituto che ne de- tiene la proprietà. Ricordo inoltre che in sede di autorizzazione, l’Ispra ha fissato specifiche prescrizioni circa le prove da effettuare preliminarmente all’installazione e al successivo impiego della sorgente – conclude Galletti – l’Istituto pertanto effettuerà la propria attività di vigilanza sull’esecuzione delle prove, così come rilascerà il previsto specifico attestato di sicurezza, per quanto riguarda le operazioni di trasporto.
Con riferimento alle operazioni di trasporto, è altresì previsto che venga rilasciato specifico attestato di sicurezza da parte del Centro nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione».
DE SANCTIS. «Galletti, avendo già autorizzato l’esperimento senza alcuna trasparenza e partecipazione del pubblico in pieno contrasto con la Convenzione di Aarhus che dovrebbe per primo far rispettare, ha difeso l’indifendibile visto che il Testo Unico dell’Ambiente vieta senza se e senza ma lo stoccaggio di sostanze radioattive vicino alle captazioni, anche sorgenti schermate. Su quest’ultimo aspetto vogliamo evidenziare che i governanti hanno il riflesso condizionato nel negare problemi di sicurezza. Anche a Fukushima sostenevano che erano impossibili problemi, i reattori erano schermati, sappiamo come è andata a finire». Lo dice il responsabile del Forum H2O Augusto De Sanctis in risposta alle dichiarazioni del ministro. «Galletti è lo stesso ministro che garantiva sul petrolio, laddove c’è stato il gravissimo incidente al Centro Oli di Viggiano con la perdita di centinaia di tonnellate di petrolio», chiude De Sanctis.
Fonte: La Città