Un centro migranti a Isola del Gran Sasso
In 24, grazie al progetto “Radici culturali” ,saranno ospitati in cinque appartamenti del borgo teramano.
Un nuovo centro d’accoglienza per migranti in provincia di Teramo. E’ nato ufficialmente ieri a Isola del Gran Sasso, nell’entroterra, e ospiterà in totale 24 richiedenti asilo grazie al progetto “Radici Culturali” realizzato dall’Associazione Salam, Ong che svolge attività di cooperazione internazionale in diversi paesi del mondo e che opera in collaborazione con enti internazionali come Usaim e Oim, ministero del Lavoro e con una fitta rete di realtà associative italiane e straniere.
L’associazione vede la realizzazione del nuovo centro d’accoglienza come una possibilità di rilancio per i territori colpiti dal sisma ad un anno dalla prima scossa di terremoto.
Anche Isola del Gran Sasso, quindi. Un progetto che, secondo gli organizzatori, avrà quindi ricadute positive ed economiche sul territorio. «Sulla base dell’esperienza maturata in ambito di accoglienza e di valorizzazione dei beni culturali, nella Provincia di Taranto, e nello specifico presso il Comune di Martina Franca dove gestisce uno Sprar che per le migliori pratiche è stato menzionato nell’Atlante Sprar 2016, l’Associazione Salam si è interrogata profondamente su cosa fare nelle aree terremotate del Centro Italia – dichiara la Presidente dell’Associazione Salam Simona Fernandez – E’ da lì che parte la volontà forte di creare dei progetti di accoglienza che cerchino di far ripartire nelle parti d’Italia terremotate una microeconomia che porti giovamento ai ragazzi italiani che non vogliono lasciare i propri paesi nonostante il terremoto e creare una cerniera con i nuovi cittadini, cioè con i migranti».
IL PROGETTO
Nasce da questa volontà il progetto “Radici Culturali” all’interno del Comune di Isola del Gran Sasso: comune che ha dovuto lottare non poco per essere incluso nel cratere del terremoto. «Isola del Gran Sasso ha vissuto l’accoglienza di 24 richiedenti asilo – continua la presidente Fernandez – Un’accoglienza che seppur in Cpa sarà organizzata come uno Sprar, ovvero cinque appartamenti autonomi (in un condominio del borgo, ndr.), dove i ragazzi avranno a disposizione dei fondi economici e delle borse lavoro. Questi fondi verranno spesi in loco nell’acquisto di cibo, dei prodotti della quotidianità e del vestiario. Ma la cosa più importante è che verrà dato lavoro a otto tra ragazzi e ragazze di Isola del Gran Sasso che sono stati assunti con regolare contratto e che inizieranno a lavorare nell’accoglienza».
Non solo integrazione, quindi, nel progetto, ma anche una sfida: quella di creare dei percorsi turistici in montagna e riaprire le vecchie strade della transumanza, ma anche quelle vie che in passato portavano i lavoratori verso i paesi dove sorsero i primi insediamenti industriali come le botteghe di ceramica di Castelli. I percorsi individuati saranno quattro e due di questi andranno a interessare la valorizzazione dei luoghi di culto del territorio come l’Eremo di Santa Colomba e la Casa di San Berardo patrono di Teramo. L’Ente Parco del Gran Sasso e Monti della Laga si è reso disponibile a collaborare, consentendo il passaggio per la pulizia delle strade da parte dei beneficiari i quali creeranno anche una segnaletica stradale nelle varie lingue loro conosciute (inglese, francese e arabo). «L’intento – continua Simona Fernandez – è proprio quello di creare un micro volano di turismo ecosostenibile per il rilancio della valle, e creare sviluppo in una delle parti d’Italia colpite dal sisma». Allo stesso tempo, l’Associazione Salam, si pone l’obiettivo di combattere ogni forma di razzismo e xenofobia e di promuovere l’inclusione sociale valorizzando le competenze dei migranti, e creando delle cerniere tra loro ed il territorio ospitante.
LA MISSION
L’Associazione Salam è una Ong che svolge attività di cooperazione internazionale in diversi Paesi del Mondo (Mali, Pakistan, Egitto, Iraq, Burkina Faso, Gambia, Palestina, campi Saharawi), ed opera in collaborazione con enti internazionali come Usaim e Oim, Ministero del Lavoro (dipartimento Immigrazione) e con una fitta rete di realtà associative italiane e straniere. Tra gli obiettivi di quest’anno vi è quello di investire fondi interni all’associazione in progetti di sviluppo nei paesi d’origine dei migranti, e che quindi possano creare delle economie che possano rallentare le partenze: laddove i motivi di partenza non sono collegati a guerre in atto ma a situazioni di sfruttamento territoriale, e di mancato sviluppo derivanti dalle colonizzazioni passate che a quelle correnti.
L’Associazione Salam svolge da anni attività nell’ambito della prima e seconda accoglienza dei richiedenti asilo politico: minori stranieri non accompagnati, adulti singoli e famiglie. Gestisce dal 2014 il Centro Interculturale Nelson Mandela di Taranto
Fonte: La Città