Nuovo decreto aiuti per il Terremoto, nuova beffa per Isola

Un pacchetto di norme per superare la burocrazia, che rischia di uccidere “il cuore del paese” devastato dai terremoti degli ultimi mesi. Il governo ieri ha approvato il decreto legge “in favore delle popolazioni” di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo – il terzo in quattro mesi – per cercare di superare l’impasse e far fronte a quella che il premier Paolo Gentiloni definisce una “situazione senza precedenti”.

Iniziano dalle prime reazioni a Isola del Gran Sasso.
Sconcerto e rabbia tra i cittadini e le forze politiche a Isola.

“Dopo le scosse del 30 ottobre s’era detto che la nozione di cratere sarebbe stata superata e che non avrebbe fatto differenza stare dentro o fuori. Invece la differenza c’è e come. Non tanto per il capoluogo teramano, quanto per Comuni come Isola e Colledara, danneggiati dal sisma e dalla neve, ma che essendo fuori cratere, non godranno di alcun provvedimento fiscale e di sostegno alle attività: «È un disegno creato ad hoc per cancellare definitivamente l’economia e la storia di una grossa fetta dell’entroterra teramano». Sono accuse pesanti, mosse da una rabbia motivata, quelle lanciate dal consigliere comunale di Isola del Gran Sasso Piergiorgio Possenti dopo l’ennesima esclusione deluso borgo dal cratere,sancita nell’ultimo decreto su sisma e maltempo. «Andassero a dire che a Isola e Colledara non ha fatto la neve – sbotta Possenti – Ditelo a Mentana e alla Rai che sono stati per settimane sul territorio a documentare la situazione drammatica. Ditelo alla gente che è rimasta senza luce. Ditelo agli svizzeri, all’Esercito e alla protezione civile di Genova e Padova che sono ancora sul territorio per disagi di natura psicosociale. Ditelo alle famiglie di Isola che stanno al mare e ai genitori che non possono mandare i figli a scuola. Siamo di fronte ad una situazione aberrante – aggiunge – Non voglio criticare chi i benefici ce l’ha, ma chi ci ha negato ancora una volta un diritto sacrosanto. Lo dicessero una volta per tutte che vogliono farci chiudere, che c’è un disegno per cancellare non solo la nostra economia ma anche i nostri luoghi e la nostra storia – conclude – Spero che nel decreto ci sia un errore evidente. Se così non fosse lancio il mio appello a tutte le forze politiche, di qualsiasi colore, a cui interessa veramente l’entroterra affinché facciano sentire la nostra voce».

E su internet è stato lanciato l’hashtag polemico #isolaecolledaranelcratere.

Il premier Gentiloni
“Dobbiamo essere tutti consapevoli – afferma al termine del Cdm – della gravità degli eventi che hanno colpito il Centro Italia. Il paese intero, a partire dalle istituzioni, e l’Unione europea, devono avere la consapevolezza di quel che è accaduto”. Al di là delle difficoltà oggettive – quattro regioni colpite, centinaia di migliaia di cittadini e oltre cento comuni interessati, scosse che non accennano a finire – il capo del Governo sa che la situazione è al limite e il sit-in di centinaia di cittadini provenienti dalle aree terremotate davanti a Montecitorio, è un ulteriore segnale di come la protesta potrebbe montare se non si interviene rapidamente. Dunque, è fondamentale accelerare: vanno tolte le macerie dai paesi devastati, vanno concluse in fretta le verifiche di agibilità, vanno ricostruite scuole e infra- strutture strategiche, va rilanciato il lavoro. Ecco perché la sottolineatura di Gentiloni è netta. “L’Italia non dimenticherà questo colpo ma deve reagire con decisione, ponendosi un unico obiettivo: mettere in campo tutte le norme e le iniziative per accelerare i percorsi di ricostruzione”.

Il Commissario
E non è un problema di soldi
, assicurano sia lo stesso premier sia il Commissario Vasco Errani. “Ci sono fondi nella legge di bilancio – dice il primo – altre centinaia di milioni sono in questo decreto e nella lettera a Bruxelles è stato già anticipato che servirà almeno un altro miliardo per il 2017”. L’ennesimo messaggio, quest’ultimo, all’Europa, poiché di fronte a tre terremoti in 5 mesi “non è possibile aspettare chissà quali superiori determinazioni”. “Le risorse ci sono e ci saranno – conferma Errani – Bisogna dare sicurezze a queste persone che stanno vivendo un dramma profondo”. Tre sono i “capitoli” d’intervento individuati dal decreto. Il primo punta a semplificare e velocizzare sia la catena decisionale sia le procedure per gli appalti riguardanti alloggi tempora- nei, opere di urbanizzazione primaria, rimozione delle macerie, stalle per gli agricoltori. Il secondo fronte è quello relativo alle scuole e anche in questo caso verranno semplificate le procedure per le gare d’appalto. Ma ciò non significa eliminare i controlli, visto che per la scrittura delle norme, dice Gentiloni, “abbiamo lavorato gomito a gomito con l’Anac e con il presidente Raffaele Cantone”. Il terzo capitolo, infine, è quello riguardante le misure direttamente rivolte ai cittadini e alle imprese: contributi a fondo perduto,stop al pagamento delle tasse, proroga della cassa integrazione. E fondi per sostenere il reddito delle fasce più deboli della popolazione. “La nostra strategia – spiega Errani – rimane scuola e lavoro. Sono le due scelte che tengono unita la comunità”. Il Commissario garantisce anche che “non ci saranno interruzioni nei lavori” e che tutto sarà ricostruito “con trasparenza e qualità”. Proprio per questo il testo prevede che venga realizzata una microzonazione sismica di terzo livello in tutti i comuni del cratere, per poi costruire in sicurezza.

CIÒ CHE RESTA FUORI. Dal decreto sono invece saltati gli articoli – inseriti invece nelle bozze senza la quantificazione economica – che riguardavano il potenziamento del sistema di Protezione Civile e i fondi aggiuntivi per il Fen, il Fondo emergenze nazionali. Una scelta che potrebbe essere legata alla volontà di affrontare in maniera organica il discorso. Ma la legge delega di riforma della Protezione Civile è ferma da un anno in Parlamento ed oggi, proprio mentre a Montecitorio i terremotati chiedevano risposte alla politica, l’aula del Senato ha fatto mancare per due volte il numero legale.

LA REGIONE. «Apprendo con grande soddisfazione che il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sul terremoto e l’emergenza maltempo, recependo la quasi totalità delle nostre richieste – commenta il governatore Luciano D’Alfonso – Il premier Gentiloni ha assicurato che ci saranno a breve altre misure rivolte alla sopravvivenza delle attività produttive. Importantissima per l’Abruzzo anche la proroga per i tribunali minori di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona fino al settembre 2020. È stato fondamentale il gioco di squadra, e oltre al Governo – che ha ben compreso le nostre esigenze – ringrazio in particolare il Presidente Mattarella, il premier Gentiloni, il Sottosegretario Boschi, il commissario Errani e tutti coloro che hanno contribuito a questo preziosissimo risultato».

Diametralmente opposta la prima lettura del vicepresidente del Consiglio regionale Paolo Gatti, che sottolinea l’assenza di provvedimenti ad hoc (come la zona franca) in favore del capoluogo, per i comuni fuori cratere, per l’emergenza neve, per le attività produttive che non siano del settore primario (allevamento e agricoltura): «Attendo di leggere la versione definitiva del decreto che mi pare riguardi (solo) gli eventi sismici di quattro regioni. Quindi in Abruzzo ed in Provincia di Teramo la neve dunque l’abbiamo sognata, l’energia elettrica c’era e bastava solo spingere un bottone e ci sono poche attività produttive danneggiate da una serie di calamità naturali esistite solo nella nostra mente. Nei Comuni fuori cratere, da Atri ad Ancarano, da Isola a Notaresco, da Colledara e Castel Castagna fino a Bellante, nella Vallata del Fino per finire a Pietracamela… Niente, non è successo niente dal 17 al 27 gennaio. Spero che il testo in mio possesso sia uno scherzo, altrimenti durante la conversione del decreto mi vedranno lì’ tra Largo Chigi e Piazza Montecitorio, e non credo che sarò solo».

TERAMO. Come già avvenuto dopo la scossa del 30 ottobre, Teramo, pur essendo all’interno del cratere, non dovrebbe godere di alcun beneficio per tutta la parte del decreto che riguarda le misure fiscali, il sostegno alle attività produttive, gli sgravi e le esenzioni di tributi nazionali, regionali e comunali. Tutto questo in virtù del fatto che assieme ad Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Rieti, Fabriano e Spoleto, la città di Teramo è rientrata nel cratere solo per la parte che concerne la ricostruzione. Dopo i numerosi appelli lanciati dal capoluogo attraverso tutte le autorità, tramonta la possibilità di creare una zona franca per agevolare imprese, professionisti, attività. I provvedimenti di ieri si applicheranno invece integralmente a tutti gli altri Comuni ricompresi nel cratere dopo il 30 ottobre: Campli, Castelli, Civitella del Tronto, Crognaleto, Cortino, Montorio al Vomano, Rocca Santa Maria, Torricella Sicura, Tossicia, Valle Castellana.

Fonte: La Città

Condividi:

Exit mobile version