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Turismo religioso, i frati contestano l’Istat

 
L'interno del Santuario di San Gabriele

Un momento della consacrazione del nuovo Santuario di San Gabriele, settembre 2014

Nota dal Santuario di San Gabriele: «I dati si basano solo sulle presenze in albergo e per questo sono inattendibili. Solo noi abbiamo due milioni di pellegrini l’anno, ma ce ne vengono attribuiti appena 4mila».

L’addetto stampa del santuario di San Gabriele, padre Vincenzo Fabri, interviene con una nota sui dati Istat 2013 sul turismo religioso in Abruzzo, sintetizzati in un articolo del Centro del 7 novembre, e ne contesta l’attendibilità.

Le statistiche Istati sul turismo religioso pubblicate da Il Centro

Le statistiche Istati sul turismo religioso pubblicate da Il Centro

Scrive padre Fabri: «Secondo i dati Istat, nel 2013 in Abruzzo si sarebbero avuti solo 80.320 arrivi relativi al turismo religioso. Ora, è evidente che quei dati non sono attendibili, pur rimanendo il fatto che sono scientifici (essendo stati desunti dalle presenze negli alberghi). Chi vive in Abruzzo sa bene che il solo santuario di San Gabriele ogni anno conta circa 2 milioni di pellegrini. Invece dai dati Istat emerge che il santuario di San Gabriele, unito a Campli, avrebbe avuto solo 4mila arrivi nel 2013 (mentre al santuario 4mila arrivi li contiamo normalmente in una domenica invernale!!)».

L’addetto stampa di San Gabriele si chiede: «Come mai, oltre ai dati Istat, non si riportano anche altri elementi di indagine evidenti a tutti (ad esempio dati relativi alle comunioni nei santuari, uscite autostradali, fatturato dei ristoranti e commercianti che gravitano intorno ai santuari, incassi dei parcheggi a pagamento)? Si risponderà che non ci sono elementi scientifici per verificare tali elementi. Questo può essere in parte vero, ma allora si dica chiaramente che i dati Istat sono scientifici, ma largamente imparziali, perché il metodo di ricerca usato è alquanto limitato. Contare solo le presenze negli alberghi non tiene conto del fatto che il 95% dei pellegrini che frequentano i santuari non alloggiano in albergo, essendo noto a tutti che il turismo religioso è normalmente “mordi e fuggi”».

Fabri aggiunge: «La mia non vuole essere una polemica strumentale per rendere noto che il santuario di San Gabriele è il luogo di culto più frequentato in Abruzzo e uno dei primi 15 nel mondo. Il mio intento piuttosto è di rimarcare che se l’Abruzzo si presenta con questi dati parzialissimi (quindi non attendibili) non va da nessuna parte. Come si fa ad esigere dai vari amministratori pubblici che diano servizi per i pellegrini, che provvedano parcheggi, bagni, aree picnic, strade pulite e ben tenute, ecc. per il rispetto che si deve al notevole flusso del turismo religioso? Come fa l’Abruzzo a presentarsi nelle varie Fiere del turismo e in altri ambiti turistici nazionali ed europei con dati così poveri e largamente incompleti?».

Fonte: Il Centro