Alla festa delle penne con (poco) spirito (alcolico)

La benedizione delle penneCento giorni agli esami 2015. Nemmeno la neve che ha paralizzato mezzo Abruzzo -e  i cui danni collaterali stanno ancora pesando sull’intero distretto – ha potuto fermare la voglia di preghiera dei maturandi.

O per meglio dire, la loro scusa per passare una giornata assieme e unire l’utile (raccomandarsi a San Gabriele) al dilettevole (far baldoria).

Certo, rispetto agli anni passati l’orda giovanile si è trovata dimezzata a causa dei disagi, e i ragazzi hanno dovuto rinunciare ai consueti picnic sui prati adesso ricoperti dalla coltre bianca.

Lo spiegamento di forze quasi militarizza l’area del santuario, ma fino alle ore 10 sono pochi sparuti gruppetti quelli che si vedono aggirarsi in zona. Poi, il megafono annuncia l’imminente inizio della Santa Messa: ecco che finalmente si ha qualcosa di più rassomigliabile a un folla. La chiesa si riempie, ma sono in tanti quelli maggiormente interessati solo al rituale della benedizione delle penne: il folklore vince sulla fede? No, a sentire i frati organizzatori dell’evento: la benedizione è un gesto e la penna è un simbolo; si chiede non il superamento dell’esame ma un sostegno alla prova che i giorni dell’esame stesso rappresentano.

Sarà, e tra folklore e fede ne approfitto anche io per far benedire la mia penna, non si sa mai.
Bisogna attendere le 10.20 per registrare un soccorso da parte di Croce Rossa e Croce Bianca: è il primo ubriaco della giornata.

Verso le 11 vengono fermati e perquisiti dalle Forze dell’Ordine due tipi, facile intuirne i motivi.
La sirena delle ambulanze strilla per fortuna solo un altro paio di volte prima dell’ora della pappa.

Intanto, i negozianti del centro commerciale si godono una maggiore affluenza rispetto alla prima mattina, quando lamentavano scarso interesse da parte dei pellegrini. Certo, oggi non vendono solo santini e icone fuori target, però nemmeno le penne hanno avuto molto successo perché la gente se le porta da casa. Al massimo, dicono, i ragazzi chiedevano di comperare alcool, la cui vendita è proibita a tutti gli esercizi del paese fino alle ore serali.

Il maltempo dei giorni scorsi ha tenuto chiuse le scuole; questo ha fatto sì che in pochi si siano davvero organizzati per il pranzo. Se nelle edizioni precedenti si assisteva a rimediati piani cottura per preparare arrosticini e salsicce, stavolta scene simili erano diradate.

C’è ancora poco movimento, poi timidamente si sente nell’aria la prima musica da discoteca, riprodotta con impianti casalinghi. Un altro gruppo si abbandona a allegri balli tradizionali suonati dal vivo.

Il numero dei caduti sul campo si alza nel pomeriggio, quando i fumi dell’alcool hanno già fatto il loro effetto: i soccorritori compiono diversi interventi e si segnala anche una zuffa. L’alcool, si diceva, era proibito, e lo era anche portarlo da casa, al contrario delle penne. Ma i ragazzi ne sanno sempre una più del diavolo e svelano l’arcano: alcuni sono arrivati a Isola la sera prima o di mattina molto presto, prima dei controlli, nascondendo la loro riserva.

Se in passato i giochi pomeridiani avevano il pallone come assoluto protagonista, quest’anno sono le battaglie a palle di neve a tenere banco sul lato ludico. Ci si riesce a divertire sempre e comunque.

Poi c’è anche chi entra nella piazza intonando “San Gabriele alé alé”, intimando al santo “se ci sei, batti un colpo”. Un po’ presuntuosa come cosa;  sicuramente San Gabriele un colpo lo batterà, ma vale sempre il detto “aiutati che Dio t’aiuta”, quindi sotto coi libri, che i miracoli a questo prezzo non li fa davvero nessuno!

MikiMoz Capuano per PrimaPaginaWeb.it

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