La montagna teramana resta fuori dal Cratere
Il Consiglio di Stato riforma la sentenza ed esclude dall’area Isola, Bisenti, Castel Castagna e Crognaleto.
Fuori dal cratere sismico ancora una volta, in questo caso definitivamente. Quattro Comuni teramani che speravano ancora di rientrare nell’area (Isola del Gran Sasso, Crognaleto, Castel Castagna e Bisenti) devono arrendersi. Con la sentenza numero 6305 del 10 dicembre scorso, pubblicata il 16 gennaio, il Consiglio di Stato mette definitivamente fine alle speranze di rientrare nel tanto agognato perimetro sismico, definito all’indomani del terremoto del 2009 e dal quale i 4 Comuni teramani erano stati esclusi.
A rendere nota la decisione è il capogruppo di minoranza di Isola ad Gran Sasso, Stefano Mariano, che attacca la giunta Di Varano per la gestione della vicenda e «lo spreco di denaro pubblico utilizzato per una battaglia legale persa in partenza». Una speranza si era riaccesa con la sentenza del 21 ottobre scorso con cui il Consiglio di Stato aveva imposto di rifare l’istruttoria, accogliendo la partecipazione al dibattimento dei comuni ricorrenti.
Ora, invece, in secondo grado. la sentenza viene ribaltata (con compensazione delle spese) dal collegio giudicante presieduto da Paolo Numerico, che ha accolto tutti gli appelli della Presidenza del Consiglio dei Ministri arrivati dopo la sentenza del Tar del Lazio che, nell’aprile del 2011, aveva dato ragione ai Comuni chiedendo delle nuove ispezioni alla Protezione Civile. Insomma il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere il ricorso del Consiglio dei Ministri con una sentenza che, entrando nel merito, afferma che il Commissario aveva deciso su verifiche esaustive e parla di “avvenuta valutazione dell’inesistenza di danni oggettivi”.
«In poche parole – afferma Mariano riferendosi a Isola del Gran Sasso – è stato ribadito come il Comune non abbia agito in tempo, portando subito le sue controvalutazioni, ma presentandole solo nella fase di giudizio, quando oramai erano inutili. Quando era il momento per farlo il Comune non ha fatto nulla per dimostrare di aver subito danni, un atteggiamento che, come minoranza, abbiamo sempre criticato soprattutto per le spese affrontate per conseguire, con il ricorso, quello che si è rivelato l’ennesimo buco nell’acqua». Oltre alla beffa, quindi, le amministrazioni dovranno accollarsi anche il danno delle spese legali che dovrebbero aggirarsi attorno a diverse decine di migliaia di euro. «Ho fatto presente più volte in Consiglio i rischi che si correvano – aggiunge Mariano – ma nessuno mi ha dato ascolto e ora qualcuno dovrà assumersi la responsabilità politica dello spreco. Sulla -base di questa sentenza, nella quale viene certificato che mancano danni rilavanti, mi chiedo come possano essere giustificate le aperture di così tanti cantieri sul nostro territorio comunale, insomma invito l’amministrazione ad aprire gli occhi e vigilare in modo più concreto».
Non si è fatta attende la reazione del sindaco Di Varano avvenuta con un comunicato.
[box title=”La dichiarazione del Sindaco, Alfredo Di Varano”]
Esprimo, innanzitutto, enorme rammarico per la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso del Commissario per l’Emergenza e della Protezione Civile contro la sentenza del Tar Lazio che riconosceva al Comune di Isola le proprie ragioni circa l’esclusione dello stesso dal cratere sismico. Ingiustizia, definitiva per giunta, è stata fatta! Il Consiglio di Stato ci ha abituato a pronunce del genere che poco hanno di diritto e molto hanno di politico. D’altro canto se si pensa alle conseguenze finanziarie che sarebbero scaturite da una sentenza favorevole si ha un quadro abbastanza chiaro della situazione. Resta la forte delusione in quanto eravamo, e siamo convinti, di aver subito una ingiustizia ed una prevaricazione figlia esclusivamente dell’arroganza di Bertolaso e dei suoi sodali. Era comunque una battaglia che valeva la pena di combattere, e bene fece il mio predecessore, Fiore Di Giacinto, a volerla intraprendere. Ciò che lascia sconcertati, quasi quanto l’iniquità della sentenza, sono le dichiarazioni del Capogruppo di Minoranza Stefano Mariano, il quale, al di là dell’atteggiamento sciacallesco già mostrato in occasione dell’impugnativa proposta, tra gli altri da Gianni Chiodi, della sentenza del Tar Lazio, e lungi dal difendere le vere ragioni del suo territorio, torna su argomenti sui quali non titoli per pontificare. Un po’ come il bove che dice cornuto all’asino! Non c’è alcuno spreco di denaro pubblico in quanto la causa, come sempre avviene da quando è in carica questa amministrazione, ha costi certi (circa 10.000 euro) e non produrrà alcuna sorpresa relativamente alle parcelle. L’insistere, quasi ossessivo, di Mariano sul tema delle spese legali rasenta il ridicolo se solo si pensa che il Comune di Isola sta ancora pagando cifre esorbitanti per cause, sempre perse, instaurate nel periodo in cui lui era Assessore al Bilancio. Incarichi conferiti, quasi sempre agli stessi legali, senza preventivo di spesa e senza impegno che si traducono, oggi, in parcelle abnormi cui l’Amministrazione attuale si trova costretta a far fronte. L’allusione poi ai molti cantieri aperti lascia davvero esterrefatti. I danni subiti dal territorio, quelli seri, sono stati tutti certificati dalle squadre della Protezione Civile e i cantieri avviati, nel centro storico soprattutto, sono la migliore dimostrazione dell’iniquità della Sentenza del Consiglio di Stato. Il fatto che Mariano dimostri di ignorare l’effettiva dimensione dei danneggiamenti subiti dal territorio in conseguenza del sisma del 6 aprile 2009 è, evidentemente, il frutto del suo vivere altrove e della sua scarsa conoscenza delle problematiche del territorio.[/box]
Fonte: Pietro Colantoni, La Città Quotidiano