Di Varano: non voglio demolire la seggiovia
La disputa sui confini fra Isola del Gran Sasso e Pietracamela non creerà problemi per l’avvio della stagione sciistica ai Prati di Tivo. Ne è convinto il sindaco di Isola, Alfredo Di Varano, così come Valter Catarra, il presidente della Provincia che è socio di maggioranza della Gran Sasso teramano, la società pubblico-privata che ha realizzato la seggiocabinovia che in 6 minuti porta alla Madonnina.
Domenica scorsa è scaduto il contratto d’affitto degli impianti di risalita alla Sangritana e la Gran Sasso teramano ancora non pubblica il bando per la nuova assegnazione. Il presidente Marco Bacchion assicura che è pronto ma la diffida alla demolizione di parte dell’impianto emessa dal Comune di Isola ha bloccato tutto. «Il Comune di Pietracamela», spiega Di Varano, «nel 2010 ci ha scritto una lettera in cui ci ha comunicato che una gran parte della stazione di monte della vecchia seggiovia ricade nel territorio Isola. Noi abbiamo fatto una verifica da cui emerge che è vero e che anche un locale della nuova funivia è in territorio di Isola.
Una situazione certificata dall’Agenzia del territorio. Noi abbiamo fatto una diffida a demolire, ma non abbiamo nessuna volontà a demolire l’impianto: vogliamo solo trovare una soluzione per sanare questa situazione. La cosa si risolve se i rispettivi proprietari, Siget e Gran Sasso teramano, fanno una cessione dei diritti a entrambi i Comuni che poi faranno un comodato gratuito dei beni per 20 o 30 anni alla Provincia, che è garante di questa situazione. Ripeto: non abbiamo alcuna volontà di bloccare gli impianti. Io mi ritrovo fra le mani con una cosa che non ho nemmeno cercato, non ne faccio nemmeno una questione economica. L’obiettivo è trovare una soluzione nell’interesse della società e dei cittadini, si tratta di mettersi a tavolo con fare costruttivo».
Anche il presidente Catarra è rassicurante: «Non dispero di risolvere il problema di Isola, siamo fra enti che tengono tutti allo sviluppo del proprio territorio, penso si troverà il modo di uscire dalla situazione. Abbiamo già avuto una serie di riunioni, a livello formale e informale. Certo, la Gran Sasso teramano dovrà trovare un modo per avviare comunque l’attività in vista dell’inverno. Tecnicamente sarà il cda a suggerire come, ma non ci possiamo permetterci di tenere chiusa la stazione. Lì il problema va oltre la gestione dei posti di lavoro della Siget, ci vuole un piano di rilancio di quel comprensorio: sarebbe un vero peccato se ci si fermasse a questo punto».