Straordinari pagati coi fondi del terremoto
Hanno utilizzato una parte del fondo unico per il terremoto, ovvero dei fondi stanziati dallo Stato per l’emergenza, per pagarsi gli straordinari effettuati nel periodo successivo al sisma. Protagonisti della vicenda tre funzionari del Comune di Isola che, nonostante il mancato via libera da parte della Protezione civile, hanno intascato i rispettivi compensi.
Una vicenda denunciata inizialmente dal capogruppo d’opposizione Stefano Mariano e che, dopo la comunicazione del sindaco Alfredo Di Varano alle autorità competenti, è andata a finire sui tavoli della Procura di Teramo e della Corte dei Conti.
Le accuse dell’opposizione
La pratica del rimborso è del tutto lecita nei comuni che rientrano all’interno del cratere sismico ma, come afferma Mariano, «non è possibile effettuarla nei territori che non ricadono al suo interno». Si tratta di un totale di 9mila euro, prelevati dai circa 170mila stanziati per l’emergenza a Isola, liquidati ai tre funzionari nella primavera scorsa nonostante la mancata approvazione da parte della Protezione civile.
Tutto ha inizio il 30 settembre scorso quando, durante il consiglio comunale, Mariano e il suo gruppo contestano la compilazione di una determina riguardante la «liquidazione di compensi di lavoro straordinario resi in occasione dell’emergenza sismica». Una determina che, secondo il capogruppo di minoranza, avrebbe due difetti fondamentali: la mancanza di una norma che preveda il rimborso nei comuni esclusi dal cratere e, soprattutto, la mancata approvazione da parte della Protezione civile, che non ha mai risposto alla richiesta di rendiconto effettuata dai funzionari stessi. Durante lo stesso consiglio è arrivata la sollecitazione nei confronti dell’amministrazione affinché presentasse al più presto una risposta scritta sull’accaduto.
Risposta arrivata il 14 ottobre nella quale il sindaco, verificati i fatti, afferma che effettivamente i compensi non erano dovuti e che, dopo aver comunicato l’accaduto agli organi competenti, ha provveduto formalmente a chiedere la restituzione delle somme. «Ci domandiamo come possa essere accaduta una cosa del genere senza che nessuno se ne accorgesse», afferma Mariano, «quantomeno ci troviamo di fronte ad una gestione superficiale e inadeguata. Come primo passo, il sindaco dovrebbe revocare l’incarico ai funzionari che rischiano l’accusa di peculato».
I Chiarimenti del Sindaco
«Sono sempre stato a favore della trasparenza e, per questo, non mi sono limitato alla richiesta di restituzione del denaro ma mi sono mosso prontamente per segnalare agli organi competenti la situazione affinché accertino eventuali responsabilità».
Il sindaco di Isola, Alfredo Di Varano, precisa che, se dovesse essere necessario, «provvederà a fare le idonee considerazioni e ad assumere i provvedimenti di sua competenza». Il primo cittadino chiarisce che «le somme in questione sono state regolarmente rendicontate alla Protezione civile, la quale non ha fatto rilievi ufficiali». Un atteggiamento che avrebbe indotto i funzionari all’errore. «La revoca delle posizioni organizzative è un chiodo fisso del capogruppo di minoranza», continua Di Varano rispondendo a Stefano Mariano che ha chiesto la rimozione dei funzionari, «peraltro non attuata quando era amministratore. Evidentemente il tamburo suona in base alle convenienze del momento».
Torna poi sull’esclusione dal cratere sismico ribadendo che «l’esclusione di Isola rappresenta una palese ingiustizia sancita anche dalla sentenza del Tar del Lazio».
Fonte: Il Centro