Terzo traforo addio
Il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Governo, Anas, Regione e Infn.
L’attesa sentenza chiude definitivamente l’annosa questione; ma l’opera è ormai superata
Sul terzo traforo il “fronte del no”
ha vinto, è stavolta definitivamente. Ieri il Consiglio di Stato ha
depositato il dispositivo con il quale ha respinto l’appello presentato
nel 2003, dall’Anas, da quattro ministeri (Infrastrutture, Ambiente,
Economia, Beni culturali), dalla Regione Abruzzo e dall’Istituto
nazionale di fisica nucleare (Infn). Tali enti avevano presentato
ricorso contro la sentenza del 2002 con la quale il Tar dell’Aquila
aveva dato ragione alla Provincia di Teramo e al Parco del Gran Sasso
che contestavano la procedura autorizzativa della «galleria per la
messa in sicurezza dei Laboratori sotto il Gran Sasso», ovvero il
cosiddetto “terzo traforo” che, progettato nel 1990, fu sin dall’inizio
contestato da associazioni ambientaliste e enti locali. In primo grado,
a sostegno delle ragioni dei due enti (la Provincia assista dagli
avvocati Vincenzo Cerulli Irelli, Alessandro Pace, Antonio Bargone e
Antonio Zecchino; il Parco da Sandro Pelillo) erano intervenuti anche
Comune di Teramo, Verdi, Ordine provinciale dei medici, Italia Nostra,
Acquedotto del Ruzzo, Wwf e Ato.
«Si chiude definitivamente una
vicenda- ha commentato il presidente Ernino D’Agostino- che ha visto la
Provincia farsi promotrice, sia sul piano legale che su quello
politico, di una battaglia contro un’opera che fu progettata e
autorizzata senza tener conto del parere del territorio, della sua
popolazione, delle sue rappresentanze istituzionali. Tale sentenza
appare quasi scontata ma in questa circostanza va ricordato chi, come
il mio predecessore, Claudio Ruffini, non ha desistito anche quando, in
tanti, difendevano l’opera definendo “risibili” le ragioni del no. Mi
auguro che questa nuova stagione di dialogo, anche con l’Infn, possa
consolidarsi con una collaborazione costruttiva in vista delle opere
necessarie alla definitiva messa in sicurezza dei Laboratori».
La
questione è comunque superata. «Il terzo tunnel, che sarebbe servito
per l’aerazione dei Laboratori, non serve più- aveva detto qualche
giorno fa il direttore dell’Infn, Eugenio Coccia, smorzando ogni
polemica in vista della sentenza del Consiglio di Stato-. Il personale
dei Laboratorio è nella massima sicurezza. Il problema persiste invece
per la via di fuga che potrebbe essere risolto con un’opera progettata
dal commissario straordinario Angelo Balducci: un piccolo sovrappasso
di sicurezza tra i Laboratori e le due canne autostradali».
Fonte: Il Messaggero